mercoledì, luglio 28, 2010


BIG BEN HA DETTO STOP


Infine arrivò la fine.

Degli allenamenti, della stagione jitsuistica 2009-2010 del team.

Consuntivi ne ho già fatti e credo di non dovervi tediare oltre su ciò. Scatta la pausa estiva e i "giovani" centuriati si avviano speranzosi verso lidi vacanzieri. Kimono in naftalina, rash ripiegata nel cassetto, è tempo di vacare.

I più furbi si terranno in allenamento, i più fortunati scalderanno i tatami di Rio de Janeiro e dintorni, e i più ozieranno in spiaggia crescendo 'na panza tanta.

Anche il signor Mario è intento a preparare la valigia, si va. Non prometto il silenzio stampa (alcuni nerd obesi rimarrebbero in lacrime lo facessi, privi come sono di un pensiero che sia loro originale) ma quasi. Ho intenzione di vaporizzarmi nel blu del mare e di scordare ogni ammennicolo telematico ma, si sa, sono un grafomane, dunque si vedrà.

Siccome il Jiu Jitsu è un'arte basata sui paradossi, in tempo di partenze per quasi tutti vi lascio con una citazione su cui meditare:

"Anche se giriamo il mondo in cerca di ciò che è bello, o lo portiamo già in noi, o non lo troveremo."
(Ralph Waldo Emerson)


domenica, luglio 25, 2010


LO SPIRITO NON INVECCHIA


Non è una boutade la mia, trattasi di una verissima verità. Lo spirito non ha età, l'età è una scusa, credetemi.

Una prova ambulante di ciò è un signore coi capelli d'argento che si papparebbe tutti i " giovani" mongolini bimbominkia con le braghe calate sotto le chiappe che ci sono in giro. Infatti il signor Euclides Pereira è giovane davvero, lui, mentre i minkioni no, sono vecchi dentro.

Il Maestro domina ancora gli astanti con la sua personalità da tigre furente, non sono gli anni a diminuirne l'ardire. Dopo una vita intera dedicata al combattimento, l'uomo delle centinaia di vittorie senza sconfitte, che faceva un vero Vale-Tudo senza limiti al MESE, che sconfisse Carlson Gracie sta lì, in mezzo al tatami, a ricordarci cosa siano passione, coerenza e amore per l'eccellenza personale.

Vi tramando un emozionante video su di lui e cito le sue parole:
"Non si compra il coraggio in farmacia, ce lo devi avere prima di salire su un ring o finirai molto imbarazzato là".

[nota: noi del Jiu Jitsu in genere amiamo la tecnica e la virtù, indipendentemente dalle etichette; ecco perché ricordiamo una nostra famosa sconfitta dando il nome del vincitore all'azione clou ed ecco perché celebro Euclides, l' ammazza-Gracie]

giovedì, luglio 22, 2010


SEGRETE E INEFFABILI ARTI MARZIALI
DI ANTICO LIGNAGGIO E VOCAZIONE


Oggi vi passo un video che narra la storia di un 'arte marziale supertradizionale. Pensate, esiste dall'alba dei tempi e le sue virtù son state cantate dagli aedi sin dall'epoca di Omero.

Ballate e poemi ci narrano storie di coraggio e possenza fisica che questa arte segreta infonde ai suoi adepti, di maestri onesti in grado di trasformare i bimbi in guerrieri d'acciaio. Una scuola di vita e di valori, che permette ad alcuni -partiti sfortunati- di ribaltare il pronostico sociale sfavorevole e di emergere gloriosi tra i grassi borghesi.

In questo video vedrete metodiche occulte per la trasformazione dei tendini, il pugno di ferro, pratiche per la "forza interiore" e altre prelibatezze tradizionali.

Attenzione: le tecniche mostrate sono altamente efficaci e s'invitano i lettori a non provarle senza la supervisione di un istruttore qualificato. L'energia Ki sprigionata è altissima e può nuocere agli incauti.



lunedì, luglio 19, 2010


L'ARTE MARZIALE DAVVERO TRADIZIONALE


Proseguo il discorso su cosa sia veramente tradizione, cosa sia davvero marzialità.

Vi posto a seguire un delizioso video del M° Machida Sr., ossia il padre allenatore del campionissimo Lyoto, l'ex titolare della corona dei Massimi Leggeri all'UFC, sconfitto da Rua dopo una carriera da imbattuto.

http://www.sherdog.com/videos/recent/Machidas-Father-Thinks-He-Should-Retire-2521

Con poche sapienti parole il sensei derime per sempre la questione su cosa sia questa tradizione. La pensa esattamente come me: tradizione è tramandare i valori, lo spirito del bushi (guerriero). La tecnica è cambiata e infatti suo figlio viene allenato con quanto di meglio offre il panorama di arti realistiche: Lotta, BJJ, Boxe, Muay Thai. La tautologia dei tradizionaloidi non interessa ai Machida, e Lyoto si allena solo coi migliori professionisti, indipendentemente dal 'bollino blu' settario. Senza pensare minimamente di affidarsi a schemi precostituiti e a kata, Lyoto infatti pratica "Karate" facendo armlock, double leg e guanti.

Il rispetto per i suoi maestri e per le origini nipponiche ha fatto mantenere una denominazione XY ma la ricerca della verità (efficacia) ha portato il clan Machida ad allenare quello che di volta in volta c'era su piazza, e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Profondissimo è anche il risvolto psicologico, spirituale, della carriera professionistica di fighter e delle incrinature che il luccicante mondo delle gabbie ha inevitabilmente prodotto, a detta del M° Machida e anche mia (ricordate?) sul figlio campione.

Mi piace far notare che il cuore di un padre non si perverte nella mancanza di obiettività e che il retaggio samurai scorre sempre vigoroso nella famiglia Machida. Lo scopo del combattere infatti è in primis interiore, l'applicazione esteriore che ne consegue è efficace solo se veritiera la prima, che un bugiardo/illuso il ring lo smaschera subito. Vi prego prendere nota che le MMA, le botte e le brutture di questo micromondo hanno sull'altro piatto della bilancia persone esemplari come queste, vite sane fatte di affetti familiari, sport e successo non solo economico.

Picchiarsi per denaro non sminuisce minimamente un vero guerriero, e quando Lyoto si ritirerà avrà intorno un gruppo e un destino perché è legato a degli ideali, sempre se il suo cuore rimarrà puro, Machida-padre docet.



mercoledì, luglio 14, 2010


UN PROBLEMA DI COSCIENZA


Ho spesso illustrato a voi lettori i miei trascorsi nelle arti fossili, le cosiddette arti marziali "tradizionali".

Su questo blog ho intrapreso l'operazione scientifica di analisi spassionata del fenomeno marziale 'tradizionale' e ho -dati alla mano- demolito molti miti. Sono perfettamente consapevole che tutto ciò non può cambiare poi molto il circondario, con la razionalità non si risveglia una persona irrazionale. Ho però la (vana?) speranza di aver aperto un filone e di poter consegnare "chiavi in mano" a lettori sprovveduti ma sinceri una rigorosa, scientifica panoramica del suddetto fenomeno.

E' mia profonda convinzione che le arti fossili non facciano bene alla psiche del praticante, sapete come la penso, anche nei casi in cui l'insegnante sia in buona fede. Non è una questione di tecniche o di posizioni, è lo spirito fondante, il DNA di questi modi di concepire il confronto, l'insegnamento, la sottomissione dell'adepto etc. che FANNO MALE.

Sono perfettamente altresì consapevole che alcuni fossilisti di buona volontà sono giunti alle mie medesime consclusioni e che pro domo sua finiscano per imbastire alla bell'e meglio un mix di pugilato e lotta quando si tratta di fare sparring. Il vero ostacolo è la rimessa in discussione di loro stessi, hanno scuole e allievi paganti, come andare davanti a loro e buttare giù il castello di carte? Allora la mente razionale trova gli escamotages, le scuse e pur di non giocarsi la faccia continuano a insegnare i kata e i colpi mortali.

Questa tragedia è paro paro la stessa che avviene in tutti i gruppi carismatici, in tutte le sétte e religioni dogmatiche. Ovunque la struttura e la forma-pensiero che la fonda sottomettono i contestatori, il gruppo si serra e si unisce nella fede (nel guru, nel maestro invincibile, nei racconti mitologici etc etc) e l'eventuale 'risvegliatore' finisce per diventare un eretico agli occhi del gregge.

La casta pretesca che gestisce il banco è solitamente stratificata come avviene nelle ONG. Alla base i poveri illusi in buona fede, ai vertici dei laidi furbastri che se la ridono delle fantasie imbastite per gestire i primi. I preti-maestri capi sanno perfettamente cosa motiva loro ad andare avanti: $$$$$, fama, piccoli miserabili onori, cose così. Se nessuno avanza controversie is business as usual, e se poi qualcheduno si ribella basterà aizzare l'armamentario da guerra psicologica per far passare il ribelle dalle forche caudine della propaganda fides.

E' cosa radicata nell'animo umano il trovare scuse per giustificare i nostri stessi errori, lo facciamo tutti quotidianamente. Chi sa ben utilizzare il senso di colpa e altri meccanismi psicologici naturali è colui che comanda il gregge. L'archetipo del Padre e della Chiesa giganteggiano al di sotto della coscienza, e chi ne fa uso astuto usa noi poveri sciocchi per i suoi luridi scopi, E' LEGGE.

Lo studio del combattimento rituale da palestra, lo ripeto per 100milionesima volta, ha scopi molteplici. Il principale è quello di far socializzare e mettere in buona forma fisica la gente, ricordatelo, insegnando nel frattempo a combattere. Quando si ravvisa nel corso-sètta fossile una smodata attenzione alla "difesa personale", ai colpi mortali, alle tecniche segrete 'da strada' e l'uso indiscriminato di racconti a scopo convincimento ma senza l'uso del confronto, si può star certi di avere di fronte un esponente di un culto marziale ahrimanico, cioè negativo e al 99% del tutto inefficace per uso combattimento, al di là della eventuale buona fede del convinto che avrete davanti.

Ripeto: esistono attività prive di contenuto marziale che invece sono utilissime per il fighter, ad esempio lo Yoga. Allo stesso modo vivacchiano numerose arti morte, di antico lignaggio o di ultramoderna formulazione, che di contro alle roboanti pretese, sono del tutto nocive per il confronto reale. A volte non è facile accorgersene, però esistono e sono molte.

La differenza -ATTENZIONE- non sta nella denominazione commerciale, occhio! NON è che se c'è scritto caviale sopra, una scatoletta di merda di cane diventa cibo lussuoso! Il marchio non rende edibile un sasso, né tantomeno un cartello con su scritto "Grande Gnocca di Playboy" rende una vecchiarda sdentata interessante. Quindi il solo vantarsi di appartenere alle 4AM e simili NON fa rientrare il venditore nella categoria dei commercianti onesti. Sono i fatti che contano, e per appurare i fatti ci vuole tempo e pazienza.

In un pianeta del tutto oberato da maghi della guerra psicologica al soldo delle multinazionali e dei vaticani, anche il semplice scegliere un gruppo a cui iscriversi è difficoltoso, lo ammetto. Mi atterrei a un semplice schema profilattico tipo Altroconsumo:

1) evitare come la peste tutto quanto è arte fossile cioè: niente sparring con avversari non collaborativi ed esperti e niente gare a contato pieno, abbondanza di racconti mitici e di kata, colpi mortali e acrobazie circensi.
2) una volta trovato un insegnante di arti realistiche, verificare il suo curriculum e approfondire la sua conoscenza direttamente sul tatami
3) essere pronti a rimettere in discussione se stessi anche dopo molto tempo, e tacitare la mentre gregaria che ci vuol far rimanere nel gruppo se il sunnominato insegnante si dimostra una persona eticamente e/o tecnicamente non ammirevole, anche dopo molto tempo trascorso alle sue direttive
4) ricordarsi che un vero maestro desidera che gli allievi lo superino, e dunque non ha nessun problema a perdere durante il confronto amichevole in sala; se usa trucchi o anche solo forza fisica per non 'perdere la faccia' è da scansare a priori come persona

5) verificare di continuo che il gruppo proceda nella direzione dell'aumento della coscienza individuale dei singoli, e non viceversa

Questo è il punto più controverso e cruciale.

Posto che i punti dall'1 al 4 siano stati soddisfatti in pieno, c'è il rischio di finire in un gruppo realistico al 100% ma inadatto a noi. Insomma, di aver evitato il baratro ma di finire a sguazzare nel laghetto a vita...

Essere un bravo insegnante è difficilissimo, richiede una forte dedizione e un'etica del lavoro cristallina, un ininterrotto aggiornamento e una cultura di livello non basso. Necessita inoltre di avere gli indispensabili ma poco diffusi skills di trasmissione del sapere e infine della sincera devozione nello sviluppo del singolo studente. Tutte qualità rare e quasi mai disponibili negli ex-agonisti di punta, per esempio. Per essere un campione infatti si deve "mangiar i'foco" come si dice a Firenze, bisogna insomma dedicarsi con profondissimo e sacrosanto egoismo soltanto a se stessi per tanti tanti anni.

A questo punto capirete che io da subito mi dichiaro ben lontano dalla descrizione dell'insegnante ideale. Ho i miei limiti e lo scrivo di frequente, senza mai nasconderli. Una cosa però posso vantarmela: non dico bugie. Se dico sciocchezze le dico solo in buona fede, dopo TANTO studio e riflessione sopra.

Voi giudicate con la vostra di testa, non con la mia.


giovedì, luglio 08, 2010

ANCORA SU FEDOR SCONFITTO DA WERDUM


Io sono uno degli allievi di Ratinho in Italia. Il simpaticissimo e ultratecnico Maestro Octavio Couto detto il Topolino, cintura nera IV° grado di Jiu Jitsu stile brasiliano, allievo di Romero"Jacaré"Cavalcanti di Rio de Janeiro, è il riferimento tecnico internazionale di IC e io l'ho ospitato nella mia palestra e in casa mia. Dunque posso dire che non mi è esattamente estraneo.

Ciò che mi preme ribadire è che non parlo di lui per sentito dire, per i video messi sul tubo e robe del genere. Rato è uno dei migliori tecnici al mondo ed è ovviamente proprio per questo che Werdum si è rivolto con fiducia a lui.

Dunque, per spirito umanitario e al servizio della cultura sulle MMA così tragicamente assente in giro, con l'idea di illuminare folle di tragici obesi nerdacci convinti di conoscere le MMA perché guardano i link in streaming dei match all'UFC, vi posto un'intervista al M° Couto. A quelli di voi che la capiranno (è in portoghese) sarà facile riconoscere similitudini estreme con la mia analisi a caldo dopo la sconfitta del russo, sia pur solo relativamente al nocciolo della questione: la guardia di Fabricio. Riassumendo: l'uomo che ha preparato Werdum e gli ha fatto sconfiggere il miglior fighter al mondo (nota per mongoloidi tattamei: ho scritto almeno 20 articoli ribadendo questa verità, lo sanno tutti che sono un fan sfegatato del russo) è anche uno dei miei insegnanti, quando viene a Firenze dorme a casa Puccioni e -guarda caso- la pensa il sottoscritto sugli elementi salienti del match.

A quelli che invece si danno arie da conoscitori ma non capiscono le lingue obbligatorie di questo mondo sportivo, ai giobboni analfabeti della rete, ai pingui incompetenti convinti di non si sa cosa, dico solo: mettetevi l'animo in pace, idioti. Siete inutile paccottiglia a margine di un pianeta che non vi vuole se non come consumatori di videogames, cazzoni.

Un post livoroso? Può darsi, mica sono il Corriere della Sera, signori miei. Scrivo quello che mi pare, non devo nulla a nessuno e sono li-be-ro, ringraziando tutti gli Dèi del Pantheon!

mercoledì, luglio 07, 2010

CORSO SU REGOLE DI ARBITRAGGIO
COL M° MANSOR - REPORT


Un bellissimo weekend all'insegna della tecnica a Roma.

Protagonisti:
1) il M° Alvaro Mansor da Rio de Janeiro, responsabile mondiale del settore arbitraggio per la IBJJF;
2) il nostro M° Federico Tisi, DT nazionale Italian Connection, responsabile italiano per la federazione internazionale e ospite+organizzatore dell'appuntamento;
3) 40 atleti e insegnanti di BJJ assisi per due lunghi giorni sul duro parquet del centro tisiano, sito sulla via Aurelia;

tra questi io, Pippo e Tortello ben intenzionati a scoprire le pieghe del regolamento di gara della nostra arte.

Alvaro è stato fenomenale, ha dato a tutti un nuovo livello di comprensione dello spesso mal interpretato regolamento, e in due intense giornate ci ha condotti per mano a scoprire quanto anche i più esperti tra i non arbitri diplomati avessero da imparare. Con flemma e simpatia da vero carioca, il maestro ha demolito molte false impressioni, interpretazioni inaccurate e veri difetti che tutti avevamo. Nell'ottica di far salire il livello tecnico della nostra arte in Italia, questo è stato un momento imprescindibile di progresso. Ancora una volta si deve ringraziare Fede, serio professionista con la missione di portare il Jiu Jitsu italiano ai vertici mondiali per qualità.

Come ha ben detto il M° Mansor, il regolamento di BJJ è eccezionale nel promuovere un confronto sportivo inteso a preservare il valore combattivo dell'arte, ma spesso è poco conosciuto da arbitri improvvisati, frequentemente maestri o atleti esperti 'assoldati' sul luogo di gara. L'Italia si unisce alle migliori realtà planetarie nello sforzo di dare al movimento il miglior livello gestionale possibile; ultimamente a questo pro, IC ha organizzato solo gare con i massimi standard esistenti, specie a livello di arbitraggio (esclusivamente direttori di gara formati da Mansor stesso).

Il lavoro svolto è stato duro, lo confesso. La messe di informazioni abbondante, le molte ore etc. han messo a dura prova le capacità mnemoniche, ma ne è valsa la pena. Salutiamo con tanta simpatia il cordiale maestro e lo ringraziamo, in attesa di un suo prossimo ritorno tra noi.

lunedì, luglio 05, 2010


QUANDO I DINOSAURI CAMMINAVANO SULLA TERRA:
ANCHE UN TYRANNOSAURUS REX PERDE CONTRO IL
BRAZILIAN JIU JITSU



Voglio cominciare questo post con un ringraziamento.

Ringrazio infatti Blogspot che mi permette di tenere 'sto diario online gratis. Stessa gratitudine dovrebbero avere anche tutti quei nerd sfigati, quelle merdacce subumane inutili che non sapendo né colpire né lottare passano tutto il loro inutile tempo su internet, a leggere (e copiare) il lavoro altrui e a criticare senza cognizione di causa. Rimane valido il detto: "Se non ti piace, pace!", visto che non si paga...
Da pensare anche l'altra massima della saggezza popolare: "Se ti dà di cretino un cretino, ciò equivale automaticamente a una prova che stai facendo bene!".

Secondo punto: prendete nota dei miei suggerimenti e predizioni sui match di MMA, poi giocate esattamente l'opposto risultato e sarete ricchi. Non ne azzecco uno, matematicamente. Se dico A voi scommettete su B e vincerete!

Adesso facciamo una bella disamina del mega match andato in onda a Las Vegas, Nevada ieri l'altro notte, lo scontro tra i giganteschi Carwin e Lesnar per il titolo dei Massimi UFC. Prima però voglio lodare la Lega per l'incredibile livello dell'evento, carico di match strepitosi e che ha portato sul proscenio americano una vagonata di tecnica sopraffina.

Lytle, Sotiropoulos, Grove, persino l'antipaticissimo Leben han mostrato una caratura al suolo da urlo. Cahpeau a questi incredibili atleti, capaci di inventarsi un superBJJ anche quando i cavernicoli yankee bubano al primo accenno di grappling.

Ci sarebbe molto da dire sul main event, il titolo in palio tra i due mammuth di 130 kg. Le implicazioni sull'evoluzione della specie nelle MMA, i risvolti sul super-doping e sulla percezione che il pubblico ha di questi mostrilli, ma le lascerò ad altri. A me piace far notare che anche questo incontro storico e attesissimo dai fans è stato risolto da un classico golpe de Jiu Jitsu: triangolo di braccia dalla side mount. Si signori, nella terra dello sprawl'n'brawl anche questo megamatch ha visto come decisiva la fase al suolo. Nessunissimmo se lo aspettava (tantomeno Mario) però i due ultra-wrestler si sono giocati la partita laddove la loro preparazione in proporzione al resto è poco più che elementare: sul Jiu Jitsu.

Shane ha messo giù Brock con dei colpi devastanti, tutto come previsto, ma si è cotto nel giro di 20 secondi (perché????); il gigantone biondo del Minnesota ha tenuto botta ed è arrivato al II° round per miracolo. Carwin allora ansimava come una locomotiva a vapore, era senza banane al 100% e Brock lo ha portato giù senza problemi. Ecco che -come con Fedor- al suolo si evidenziano i buchi della preparazione.

La mezza guardia lasciata assurdamente aperta, il girarsi sotto la monta senza senso alcuno, l'incapacità di imbastire una semplice difesa sul kata gatame piazzato anche malino (tecnica da cintura bianca) mettono Lesnar sul podio tramite una del tutto inaspettata finalizzazione. Onore a lui, ma io resto basito. Se pensiamo che Carwin aveva all'angolo il migliore allenatore di MMA al mondo cioè il signor Greg Jackson, non mi riesce di raccapezzarmi di certe cose. Com'è possibile che un grande campione sia così impreparato sul Jiu Jitsu (lasciando perdere il fiato inesistente)? Vabbene che il pubblico americano vuole solo i cazzottoni e la rissa sanguinaria, ma dico io, è mai possibile ignorare del tutto che i principali stili delle MMA sono Q-U-A-T-T-R-O e non due soli, Boxe e Lotta, nel 2010?

Un attimo di attenzione: quando mi diletto a gingillarmi e ad analizzare no profit gli errori altrui, spero sia chiaro che si tratta solo di giornalismo amatoriale. Non vorrei che qualche mongoloide cerebroleso facesse confusione e sbagliasse questi scritti per arroganza mia personale. TUTTI gli atleti che combattono meritano il mio e il vostro rispetto, tutti, figuriamoci i campioni. Io poi li idolatro proprio. Per nessuna ragione al mondo io potrei mai valere un'unghia di Fedor, un ciglio di Carwin o un pelo del culo di Lesnar nel fare a botte. Così come non li varrebbe Greg Jackson però... Trattasi di punti di vista diversi, quello del tecnico (amatoriale come me e vero come Greg), è chiaro?

Insomma, nel giro di una settima due incontri che fanno la storia di questo sport sono stati decisi da azioni di Jiu Jitsu, questo è un fatto. Altro fatto che sta sotto gli occhi del mondo è che in entrambi i casi chi ha perso ha mostrato errori pacchiani nella fase al suolo, dico in relazione a quel match. E' mia convinzione e di moltissimi altri che ci sia stata impreparazione e sottovalutazione dell'importanza assoluta del BJJ nei 2 perdenti. Anche il titano Lesnar, messo giù dalle torpedini atomiche del nemico, ha ribaltato la prognosi basandosi sul grappling, di cui certo non è un fine esecutore.

Per noi che questo sport -il BJJ- lo amiamo e lo pratichiamo quotidianamente, sono simpatiche conferme di cose che ben sappiamo già. per gli altri, forse, una doccia fredda e un salutare momento di stop a riflettere. E sia ben chiaro ciò che ho scritto centinaia di volte su questo sito: non è sopravvalutazione del Jiu Jitsu per puro spirito di fazione la mia. Noi del BJJ sappiamo benissimo che le arti magiche sono 4, che la Lotta Olimpica detta legge nel decidere l'alternarsi delle situazioni e che probabilmente è quindi la singola arte più importante.

E' soltanto che molti del mestiere hanno scordato loro di saper contare fino a quattro, forse...

Boh, chissà, prendete queste mie elucubrazioni come sempre: pure opinioni e pertanto opinabili. I fatti invece sono fatti e giudicateli col vostro di senno: nel giro di una settimana i due match dell'anno han visto cadere dei super campioni per tecniche di Jiu Jitsu (: dato oggettivo).

A voi.