mercoledì, settembre 29, 2010


JUDO, OGGI


Qualcuno dei miei amici sa che quest'estate mi sono allenato con la nazionale femminile cubana di Judo.

Ho potuto condividere sudore e risate con delle atlete al plutonio, scrutare nei loro allenamenti "funzionali" in cortile e scambiare tante informazioni interessanti.

Vi assicuro che la fama di queste chicas, considerate una delle migliori cinque compagini rosa del pianeta, è del tutto meritata. Il Judo a Cuba è una cosa seria, e in nazionale militano dei cyborg-femmina con dei fondamentali atletici incredibili. I loro allenamenti (2 o 3 da tre ore l'uno, ogni giorno) disintegrerebbero la maggior parte dei fighter che conosco, tanto sono intensi.

Espertissime e altamente motivate, queste belvette mi hanno raccontato tante cosine sfiziose. In particolare cosa sanno fare e cosa pensano del combattimento al suolo -Ne Waza- le dominatrici di Olimpiadi e Mondiali, l'élité del Judo terrestre?

Poco poco.

Il livello al suolo è al di sotto di quello di qualsiasi cintura bianca di BJJ. Le pro-fes-sio-nis-te cubane fanno infatti il Judo olimpico, dove la lotta a terra è morta e nessuno se la fila. In allenamento ho visto tirare armlock dal lato sbagliato, americana con la testa in mezzo e cose così. Per loro stessa ammissione lo fanno tanto per dare giro e mantenere impegnata l'avversaria, senza nessuna intenzione di finalizzare sul serio. A livello tecnico quando si trovano orizzontali la parola d'ordine è: difendere, e basta.

Per confermare il discorso generale, in tutti i casi basta andare a guardarsi le finali dei Mondiali e olimpiche, mica dare retta a me. Finalizzazioni 0%, solo tanta forza e base micidiale, ecco il Judo contemporaneo: una lotta alta tipo Greco-Romana in kimono.

Metto subito le mani avanti: il Judo è un'arte marziale reale eccezionale, ha un ottimo impatto sulla società, specie i bimbi, e tra i suoi vastissimi ranghi scintillano atleti stratosferici (come le ragazze cubane). Non è una critica cattiva dunque la mia, viva il Judo, solo che per il combattimento esistono sistemi il cui sviluppo ha preso strade più consone.

Per fortificare il mio punto di vista, vi propongo il seguente match tratto dal recente DREAM 16. Sono messi davanti Satoshi Ishii, ex medaglia d'oro olimpica nei Massimi di Judo, e Ikuisha Minowa, freestyler eclettico.






Cosa ci racconta questo incontro poco spettacolare, a parte che Ishii ha un vantaggio di peso micidiale e nei colpi le busca lo stesso?

Che il fenomenale medagliato usa con profitto il Judo sul ring, e cioè mostra un ottimo clinch alto lottatorio e quindi proiezioni tipo Uchi e O-Soto Gari. Che ha un side control di marmo, anche.E poi?

La montada è oggettivamente debolissima e tenuta in maniera dilettantesca; il lavoro sulla schiena addirittura pietoso -non riesce a prendere la schiena al 'nanerottolo' e a controllarlo da dietro nemmeno mezza volta. I tentativi di sottomissione sono solo di Ude Garami fatta male e cercata solo di potenza. Agilità di bacino e takedown sulle gambe: zero.

Se teniamo presente anche il fatto che Ishii per di più fa solo MMA per mestiere da un bel pezzo ormai, si può buttare giù un'analisi.

Alla fine del match il ragazzone è cotto come un fegatello, a differenza dell'avversario, a cagione di un uso spropositato di forza dura su di un tizio pesante decine di kg meno.

Se paragonato all'implacabile Aoki dell'ultimo post si possono trarre le debite conclusioni, e il giapponese a livello di risultati agonistici nel BJJ è un nessuno.

A mio modesto parere la splendida arte del Judo si propone sempre più come viatico per bambini e sport non troppo marziale nelle intenzioni, a disposizione di una vasta maggioranza di giovani giustamente interessati alla disciplina in sé e non al combattimento vero e proprio. La sua meritata fama (e le potentissime sponsorizzazioni a livello statale di cui gode un po' dappertutto..) consente al Judo un bacino di utenti e di agonisti tra i quali, logicamente, possono emergere dei duri e dei talenti atletici (come dal Rugby, ad es.) non indifferenti come Ishii. Il suo uso nello scontro disarmato tipo MMA è invece scarso.

Voglio specificare che sì, esistono alcuni adepti di Judo assai buoni anche al suolo, ma sono perle rare, e spesso anche di età avanzata. Io ho avuto la fortuna di lottare con qualche judoka di portata nazionale-internazionale in colonia italy, e devo dire che il lavoro di ne-waza era ben poca cosa se paragonato a jitsuka di alto profilo. Quello che più mi ha sconcertato è un uso enorme della forza, il continuo porgere la schiena e la totale incapacità di difendere i leglocks. Mai nessun campione di BJJ con cui ho lottato ha usato più dell' 1/1000 della sua fisicità per avere ragione -in pochi secondi- del modesto Mario, mentre alcuni judoka stracintura nera, agonisti e giovani, sbuffando come locomotive hanno rimediato un lunga sfilza di sottomissioni dal vostro "splendido quarantenne".

Io consiglio il Judo a tutti i miei amici per i loro bambini, dato che è un approccio al lottare e al contatto fisico senza paragoni per i fanciulli, in quanto disponibilità sul territorio nazionale. Ai babbi interessati a un'arte a tutto tondo e alla 'Difesa Personale' invece consiglio il BJJ...la Lotta Olimpica la segnalo poi ai fighters che debbono migliorare lo stand up di grappling per le MMA.


martedì, settembre 28, 2010


UN MONDO JIU-JITSATO


Per farvi comprendere il valore e la diffusione dell'arte suave in tutto il globo, ho scelto il combattente jap, Shinya"Tobikan Judan"Aoki.

Facciamo un salto indietro.

I giappi, si sa, non amano perdere, in specie là dove si considerano gli inventori del giochino, e le arti marziali volenti o nolenti fanno parte della loro cultura. Mettiamoci pure che il nome Jiu-Jitsu è nippo purissimo, e abbiamo presto chiaro il motivo del loro eterno rosicare davanti alle cocenti sconfitte subite dai brasiliani, allievi che superarono i maestri. La cavalcata del BJJ nel mondo ebbe la prima sponda in terra di Yamato, e i gialli si intestardirono da subito a rimediare il deficit maturato nei confronti della scuola carioca. Da oriundi col dente avvelenato si sono messi alacremente al lavoro, e il risultato si vede nella dimensione tecnica che l'arte suave ha raggiunto in Giappone.

Nell'ultimissimo DREAM 16 appena svoltosi, Shinya si è permesso il lusso di annichilire al suolo Marcus"Maximus"Aurelio, brazileiro che, seppur in calo nelle MMA, nel BJJ sportivo ha un palmares di vittorie mondiali a caterve. Insomma, un vero campione e specialista cintura nera, nulla di meno.

A mio parere questo match può essere considerato significativo (accanto a tante altre rilevazioni) per determinare l'uscita definitiva del Jiu-Jitsu dalla moncultura brasiliana, poiché si vede una netta superiorità tecnica di Aoki, non fisico-atletica.

Ultima considerazione è ancora una volta per il livello enormemente superiore nella competenza ed educazione del pubblico rispetto ai bifolchi yankee; la folla giapponese riconosce la movimentazione al suolo e sottolinea esperta con approvazione i passaggi di guardia e le altre cose buone eseguite a terra, mentre i contadini briaconi a stelle&strisce buano al minimo accenno di grappling efficace.









venerdì, settembre 24, 2010


COMBATTIMENTO ED ESERCITI


Cosa fanno, come si addestrano le truppe da battaglia di quelle nazioni che hanno un'indipendenza politica (non la forzatamente schiava colonia italy quindi)?

Chissà..Le meraviglie degli 'stili militari' cattivissimi tanto di moda ora?
Le sublimi arti 'energetiche' dei Ninja?

Acqua..

Astrusi kata che insegnano i colpi mortali? Duelli con le katana?

Acqua acqua..

domenica, settembre 19, 2010


IL JIU-JITSU E I SOLITI VECCHI DUBBI



Da qui a poche righe si potrà vedere un video.

Vi prego di guardarlo con attenzione, altrimenti leggere l'articolo risulterà inutile.





Se non li avete riconosciuti d'acchito vi presento i due atleti. Il gigante con la schiena larga come una portaerei è Andrei"Pitbull"Arlovski, 120 granitici kg di ex campione dei Massimi UFC.
Il piccoletto coi riccioli è Marcelinho Garcia, ultrapluripremiato campione mondiale di Jiu-Jitsu dei Medi (79 kg) e Assoluto.

Cosa vi dice il video? Sembra che Marcelinho ci giochi proprio coll'orco bielorusso, vero? Eggià.

Eppure con lo slavo siamo di fronte a un animale senza pari, a un ex n°1 al mondo, con tutto quello che ne consegue in termini di esperienza, atletismo e pure qualche aiutino-ino chimico..

Uno striker d'assalto in mano al nanerottolo jitsuka forse? Nemmeno. Andrei proviene dal Sambo di cui era titolare nazionale a casa sua.

A me questo video racconta parecchie storie. La prima è quella del bravo ragazzo brazileiro di buona famiglia che in un determinato contesto d'allenamento ha la possibilità di far vedere i sorci verdi, azzuri e a pois, ad un omaccione il doppio di lui. Questo è legittimamente dichiarabile seduta stante IMPOSSIBILE in altri contesti modali appartenenti alle restanti altre Arti Magiche. Cioè avessero fatto a colpi o a lotta in piedi i pari peso e livello di Garcia delle altre 4AM ne avrebbero rimediate di legnate dal champion, tecnica sopraffina o meno. Vi faccio presente che sopra Marcelo col belaruss ci si balocca proprio.

In secundis quale incredibile possibilità di crescita regala il BJJ anche ai "non grossi". Quest'arte suave infatti dimostra di dare almeno una chance a tutti e di agevolare la crescita psicofisica dei piccoletti, a quali è data concreta fattibilità di confronto vittorioso coi beneficati da Madre Natura. Infatti in ogni accademia al mondo di Jiu-Jitsu questa realtà è risaputa, e si fa esperienza diretta di ciò (invece dell'ossequio a racconti mitologici di antenati invinciBBili) ogni santa sera. Un orso di pietra come Andrei renderebbe ciascuno di noi ospedalizzato se si facesse sparring a pieno di Boxe, Kick o Lotta; il confronto sarebbe insomma oggettivamente impossibile, mentre con le strategie pitonesche del BJJ il piccolo e non certo superatletico PUO' dire la sua e -in certi casi- persino arrivare a strapazzare il gigante iperallenato e professionista di MMA.

La terza storia paradigmatica narrata nel video è quella della differenza relativa tra i valori medi in campo tra Jiu-Jitsu e altre scuole di lotta di sottomissione. Premetto che adoro il Sambo e lo rispetto a manetta, ma vi garantisco che se le cose si fossero svolte a ruoli invertiti avremmo assistito a una devastazione dell'ipotetico campioncino dei 79kg dell'arte sovietica da parte di un -che so- Fabricio Werdum in spolvero. Il gigantone ex iridato di Jiu-Jitsu avrebbe probabilmente palleggiato col sambista piccinino, ma anche a ipotizzare una reazione migliore del secondo, avremmo soltanto visto uno show del jitsuka con le più improbabili finalizzazioni esotiche applicate al Medio; e se davanti a Marcelinho avessimo avuto gli equivalenti di Arlovski del Judo o della Greco-Romana le cose non sarebbero certo state differenti, anzi.

Ultima considerazione: Garcia si è sempre allenato col gi(kimono) e tutt'ora ne difende l'uso intensivo a spada tratta per ogni dove si parli della questione. In questo video eppure non sono in rash guard i soggetti? Vi sembrava che gli mancassero i titoli a Marcelo con il russo, il quale si allena evidentemente da anni lui sì solo e sempre SENZA il kimono? Giudicate voi!

Un fazioso peana sciovinista per il Jiu-Jitsu questo?

Nient'affatto.

Come ho detto e ripetuto MIRIADI di volte un'arte completa e non debitoria almeno in teoria di cross training, per de-fi-ni-zione non può esistere. Fare tutto assieme è umanamente impossibile, così come sarebbe assurdo studiare all'ammasso il violino, il piano, la tromba e il timpano al Conservatorio anche per il più geniale e talentuoso dei musici. Per essere davvero bravi in qualcosa è indispensabile specializzarsi. Dunque anche il jitsuka dovrà lavare i cenci in Arno se vuole migliorare le fasi diverse dalla lotta al suolo, abbeverarsi a fonti esterne.

Ciò sancito, ancora una volta mi preme far notare che sola tra le 4AM (per non parlare delle arti irrealistiche) il Jiu-Jitsu dà davvero una possibilità statistica al piccolo contro il forzuto, all'uomo di corporatura normale e faccetta da impiegato contro il natural born fighter alto un palazzo. Di questo in tutta sincerità, e senza nulla togliere alle altre indispensabili&meravigliose modalità, io sono di tutto cuore convinto, e parlo per esperienza vissuta; ed è per questo (anche ma non solo) che la reputo la più genericamente adatta a tutti, la meglio attrezzata per insegnare strumenti utili alla 'difesa personale' a un pubblico variegato e indifferenziato.

Cosa possiamo aggiungere per finire?

Che forse il segreto della riuscita in combattimento è per molti versi la dose di autostima che un metodo riesce a infondere nel praticante. Io credo che nessun arte possa minimamente avvicinarsi nel ridurre le differenza atletiche come il Jiu-Jitsu, nel permettere sparring continuativo ed efficace anche tra pesi diversissimi e garantire un arsenale di soluzioni finish schiena a terra (dove di solito finisce in combattimento reale il meno pesante almeno all'inizio). Nessuna delle altre straordinarie, divine, Arti Magiche può sostituirsi al Jiu-Jitsu quale singola arte marziale reale per il confronto fisico disarmato, cioè quella vastissima (infinita) serie di situazioni non riproducibili in toto tra le mure del dojo il cui comun denominatore per la riuscita è avere dentro di sé la convinzione e la tecnica per ribaltare un pronostico sfavorevole.

L'arte di Superman, quella magica tecnica che rende il praticante invulnerabile è 'na strunzata, non PUO' esistere. ll jitsuka infatti perde come e quanto gli altri, la realtà della vita è tiranna...solo che forse perde relativamente meno o meno facilmente. Helio Gracie diceva che il suo sistema era un metodo per la difesa personale, il cui scopo era non tanto prevalere -cosa auspicabile ma difficilissima nel casino vero- quanto consentire la sopravvivenza, ed è in risposta a questa mentalità, a questa richiesta che si è costantemente evoluto il già tostissimo Ju Jitsu nipponico. Ciò sia detto senza nulla togliere ai metodi seri, benedetti dal cielo come e quanto il BJJ.




venerdì, settembre 17, 2010


CENTURION ANCHE IL VAL di SIEVE


Un'altra provincia viene in seno all'Impero tramite il valente operato dei generali centuriati: Pontassieve capta! Ordunque s'apre la quarta sponda(in attesa di avere le forze per rioccupare Prato, solo temporaneamente lasciata a se stessa).

Francescus Tabagisticus Braccinium, console e mio delegato alla conquista delle provincie orientali dell'Etruria, celebra il trionfo.
Dopo ardite e vittoriose operazioni belliche, il Taba ha condotto in seno all'orbe romanus la ridente Pontassieve.

Da settimana prossima Centurion pone la sua insegna su territori ancor barbarici relativamente al Jiu-Jitsu: l'opera d'incivilimento lottatorio ha inizio.

Il corso si tiene il LUNEDI' dalle ore 20.00 alle 22.00

Luogo: palestra 4Fitness, Viale Hanoi, 14 (Pontassieve), tel 055/8315104.

Valete omnes!

giovedì, settembre 09, 2010


UN NUOVO LOGO PER VECCHI OBIETTIVI


Eccolo lì, un pezzo di vera maestria pittorica ad opera del mio amico, tatuatore e grafico d'eccezione, il maestro Daniele Piantini di Nexus Tattoo.

Il continuo rinnovamento e l'elevazione dello standard sono la linea che io ho impresso a questa accolita di pazzi che si chiama Team Centurion. A differenza di altre individualità che appaiono sulla scena del Jiu-Jitsu e dell'ambiente combat in generale coi fuochi d'artificio, io preferisco non darmi tante arie, riempire i forum di curricula altisonanti e fare piazzate di ogni sorta. Io preferisco lavorare piano ma ininterrottamente.

Per anni e anni il nostro livello quale scuola è cresciuto senza pause. Abbiamo lavorato con fatica per creare un network toscano con la qualità umana più specchiata possibile. Ci rivolgiamo ad alcuni dei migliori referenti tecnici su piazza, nazionali e mondiali, e restiamo aperti a ogni potenziale fonte di aggiornamento di valore. I tre attuali insegnanti del team,cioè io Francesco e Stefano, sono sempre sulla breccia per approfondire con specialisti del settore e tramite letteratura tecnica anche aspetti collaterali (ma importanti) tipo preparazione fisica, defaticamento e dieta etc.

Sono molto grato alla sorte per aver incontrato persone molto serie e volenterose con cui collaborare, e di essere riuscito ad aggregare intorno a un sogno una congrega di bella gente, onesta e di animo nobile. Facciamo Jiu-Jitsu con passione e dedizione, allo scopo non solo (o non tanto) di divertirci, rinforzare il fisico e la psiche ma soprattutto per migliorare noi stessi. Agonismo, difesa personale e fitness, componenti e 'attrezzi' per mezzo dei quali socializzare in un ambiente sano e impegnarsi al duro ma salvifico compito dell'autoperfezionamento.

Il mio scopo essenziale è dare a chiunque lo voglia la possibilità di trovare un tatami sul quale il livello etico sia il più alto possibile, credetemi lo dico senza volermi dare arie, è così. In un mondo che puzza di carogna ho voluto creare un giardino che profuma di buono, di pulito. A ogni uomo di buona volontà si darà ospitalità, una casa, e vaffanculo alla mentalità commerciale et opportunista che oggidì impera.

Jiu-Jitsu soprattutto, ma anche MMA (solo agonisti) e presto allenamento funzionale, ecco il "pacco" regalo. E' come è, ma di una cosa potete star certi: è confezionato al meglio che mi riesce.

Quel che voglio comunicare è il seguente: siamo in cammino, e andiamo controcorrente. Da noi la parola è un contratto, memento. Buon allenamento a tutti.


lunedì, settembre 06, 2010


L'ALLENAMENTO FUNZIONALE DAI TEMPI
DEI VEDA


Ogni tanto bisogna proprio ritornare in India, terra di lottatori.

Si deve andare nel subcontinente per ricordarsi che il cosiddetto allenamento funzionale lì esiste dai tempi di Noè, altro che mode ammerighéne.

E' solo che dove il combattimento e le virtù guerriere non sono ancora state del tutto rimpiazzate dagli xfactor del menga, le tecniche per sviluppare il corpo in maniera sia estetica che efficace non sono mai venute meno.

Clubbels, pseudokettlebells, mazze di ogni genere e 'stretching' (yoga), ginnastica a corpo libero e LOTTA, tanta tanta lotta nell'arena, laggiù sono in uso comunemente, nessuno pensa di lanciare una moda commerciale con attrezzature e metodi che sono preistorici.

Vi posto qualche video, dateci un occhio. Come al solito più che altro spero che vi facciate promotori della vostra stessa cultura e vi andiate a cercare il resto.





domenica, settembre 05, 2010


DALLA CINA CON FURORE


Volevate un'ulteriore dimostrazione dello status di superpotenza della Cina? Un'ennesima prova dell'inutilità nel combattimento reale delle arti cinesi tradizionaloidi? Di come la colonia italy venga messa dietro dalle nazioni un tempo più arretrate?

Eccole qua, tutte in una.

Il signore della foto è Tiequan“The Mongolian Wolf”Zhang, un imbattuto MMArtist di Pechino. E' il primo cinese propriamente detto a firmare per una organizzazione seria di cage fighting, la WEC.

La Via della Seta non arriva più a Venezia, ahinoi, bensì in California e il gigantesco paese estremoasiatico ha bruciato le tappe, e si presenta al cospetto dei paesi edotti come un membro del club delle nazioni partecipanti alle arti funzionali.

Essì, il sig Zhang infatti co u kazz che si allena nel cunfù, che fa le forme e altre amenità. Nella patria delle arti mortali ed 'energetiche' il professionista si allena come tutti quanti gli altri, con le 4 arti magiche, e -guarda un po'- sotto la supervisione di un coach brasiliano del BTT.

Niente niente che anche nella ipernazionalistica Cina se ne sono accorti che la loro roba fossile non serve a nulla nel combattimento reale?




giovedì, settembre 02, 2010

GUARDIA A SPROPOSITO?
NO, GRAZIE


Ritorno su un tema che mi sta a cuore, ed è quello della gestione del combattimento reale, sportivo o stradaiolo che sia.

Come oramai sanno anche i muri, il Jiu Jitsu funzionale, o stile brasiliano, ha evoluto a livelli altissimi una strategia di rimessa controdifensiva detta guardia/fare guardia, spesso identificata dagli ignoranti nella posizione in cui un jitsuka, schiena a terra, controlla il suo avversario con le gambe.

In realtà la guardia è un concetto che a sua volta genera diverse posizioni, e la comune guardia chiusa (caviglie intrecciate dietro il bacino dell'opponente) non ne è altro che un frammento riconoscibile. Fare guardia insomma è un tassello della poliedrica strategia di lotta dei jitsuka che, a dire il vero, è tutta quanta basata sull'attaccare.

Il fatto che nella realtà spesso si sia in inferiorità fisica o di potenza ha fatto sì che nel BJJ si studi prima e più spesso come districarsi da situazioni molto scassamaroni, tipo essere montati da un buzzurro che ci sbrega le mandibole, e solo dopo le tipiche situazioni di attacco da posizione nostra dominante. Nel mezzo tra le due condizioni nette, win-lose, ci sta la guardia. Aver compreso questa fondamentale verità del combattimento disarmato ha indirizzato il Jiu-Jitsu verso una incredibile creatività nel campo della guardia, dissotterrando dall'intelligenza cosmica una miriade di fantastici attacchi (finalizzazioni e ribaltamenti) tale da far diventare la guardia il marchio di fabbrica dello stile. Tanta la superiorità dimostrata da questa casistica da aver addirittura danneggiato il BJJ mainstream che nel suo sviluppo turbo in tutto il mondo ha spesso tralasciato di trasmettere il suo arsenale tecnico-tattico complessivo.

Insomma, si fa troppa guardia e il VERO modo di combattere inerente alla strategia del JJ è misconosciuto. Una certa "guardite" affligge i giovani jitsuka agonisti in molti casi e si finisce per sottostimare grosse fette del Jiu-Jitsu-arte marziale in favore del BJJ-sport.

La mia fortuna è di aver avuto accesso a insegnanti molto qualificati, interessati a trasmettere il JJ in toto e anche forti nella parte in piedi. Sì, perché seppur è vero che è doveroso studiare le situazioni difensive e la guardia come principali in un'ottica di combattimento reale (NB: un vero aggressore sarà quasi sempre più grosso di noi e attaccherà per primo, mettendoci sotto il 90% delle volte, che ci piaccia o meno), è pur vero che la strategia posizionale del Jiu-Jitsu ABORRISCE il ricercare la schiena a terra per principio! Il comandamento del Jiu-Jitsu infatti recita: "Derruba, passa, decide" e cioè potendolo fare SI DEVE chiudere la distanza (magari con un jab o un calcio basso), proiettare, stabilire la posizione dominante evitando la guardia del nostro nemico e poi finalizzarlo senza pietà (ancora magari usando i colpi nel mentre).

In tutti i casi il flusso adrenalinico, la condizione del terreno di scontro e mille altre variabili non riproducibili in palestra avranno la meglio sulla tecnica in sé, ed è per questo che il BJJ si concentra su poche, ultratestate e logiche proiezioni-base. Se sono finito chiappe al suolo allora farò guardia di sicuro ma, caso raro e di certo non impossibile, ho il tempo e la fortuna di applicare il mio intento, allora come jitsuka sarà io a tombolare il mio malcapitato attaccante per le terre, per mettergli poi una pressione enorme addosso, scalando le posizioni e infine chiudere la partita dalla monta o dalla schiena.

Aggiungo che a livello di apertura mentale la ricerca della funzionalità rende il Jiu-Jitsu superiore alla maggior parte delle arti sorelle, ed è per questo che nel nostro ambito è del tutto normale, o addirittura consigliato, integrare la pratica con il confronto e lo studio di arti più specializzate nella fase in piedi (Lotta Olimpica, Judo) senza le preclusioni ideologiche e le fisime settarie che affliggono questi stili, chiusi spesso nella loro torre d'avorio e incapaci -salvo lodevoli eccezioni- accettare di poter dover apprendere da chi, come il BJJ, ha una maggior specializzazione nella fase al suolo in cui gli altri sono oggettivamente carenti. Tutti i maggiori maestri internazionali dell'arte suave hanno invero profonde conoscenze di Judo e Lotta e per nessuna ragione al mondo si sognerebbero di vietare agli allievi la frequentazione di rispettate palestre di questi 2 metodi con la scusa che "noi già facciamo tutto e meglio", tutt'altro. Lo stesso Roger Gracie, il jitsuka N.1 al mondo, è risaputo studente di Judo e si allena coi campioni britannici dell'arte fondata da Jigoro Kano. Io medesimo nel mio piccolo collaboro con insegnanti di queste due scuole.

Per esperienza personale posso dire che la praticità degli attacchi in tuffo sulle gambe stile Lotta è quanto di più pratico ci possa essere per chi sia versato nella lotta a terra, e che single-leg e double-leg sono, a mio modo di vedere, obbligatori per qualunque cintura bianca, insieme ad alcune proiezioni che invece sfruttano la trazione del Gi [kimono] e tipiche anche del Judo, quale O-Soto Gari, Ko-Uchi Gari e Kata Guruma (NB: tutte posizioni in cui non si dà la schiena all'avversario). Ogni combattimento inizia in piedi, anche nel BJJ agonistico, ed è per questo motivo che in IC gli aderenti al network ricevono istruzioni dettagliate su come portare a terra un avversario capace a lottare in piedi.

Ribadisco quanto scritto molte altre volte:
1) se stiamo parlando di combattimento REALE, dove si rischia la pellaccia, (non rissa tra adolescenti) la prima opzione è scap-pa-re.
2) Se non posso/voglio scappare, allora cercherò di comprimere subito lo spazio tra di noi -scambiare in piedi per ideologia precostituita favorirebbe troppo il più pesante e aggressivo- e proiettare il mio avversario. Una volta messolo giù potrò tornare alla saggia opzione-fuga oppure finirlo nel campo in cui io sono preparato e lui no: la lotta al suolo.
3) Siccome i film sono finzione e nella vita vera le cose spesso vanno male, se ho sbagliato a muovermi, sono inciampato o colto di sorpresa da una tuba nei molari, mi ritroverò o sotto la posizione dominante del mio aggressore (es. monta) e cerchero disperatamente di evadere e scalare alla prossima posizione meno sfigata da cui rifiatare e attaccare, cioè la guardia, oppure direttamente in guardia.

Nelle mie palestre a ogni lezione si studia una posizione in piedi (senza però per questo credere di essere i Judo Warriors...) e io vieto ai miei studenti di inebriarsi di guardia adottandola a ogni piè sospinto, incoraggiandoli 'con le buone' invece ad applicare l'ideologia dominante del nostro stile: "Derruba, passa, decide".