mercoledì, novembre 24, 2010


I LIMTI DEL JIU JITSU
( e ANCHE DI TUTTE LE ALTRE MODALITA')


"Panta rei"
Eraclito

I nostri lettori più affezionati sanno che questo blog porta a livello periscopio tutta una serie di discussioni, polemiche, litigate vere e proprie, che intercorrono tra me e altri esponenti del settore.
Per certi versi insomma il post che di volta in volta esce fuori è simile a una psicanalisi marziale inframmezzata di considerazioni tra tifosi di sport maneschi.

In particolare questo articolo qui sciorina l'inesausta discussione perenne in corso tra me e dei miei amici fighter di MMA. I suddetti hanno un po' il dente avvelenato con certi atteggiamenti divistici pseudo-tradizionaloidi che a loro dire stanno sempre più prendendo piede tra gli amanti del BJJ.

Quei miei amici di cui sopra non han certo torto: anche il BJJ come tutti i fenomeni di mercato in tumultuosa espansione sta incontrando notevoli problemucci nella sua carica vincente alla conquista dei mercati. Non sono certo l'unico a denunciarne da questo palcoscenico, anche altri famosi esponenti del BJJ parlano forte&chiaro:
"Mode, doping, pressioni agonistiche, strategie di marketing, profitti di fine anno, aspettative da superman, ed altre forme di stress e cattive abitudini sono trappole nelle quali troppo spesso cade chi oggi si avvicina al mondo del Jiu Jitsu e a volte anche chi ne fa parte da tempo". Queste le parole fresche di giornata del nostro Federico Tisi ad esempio, un risaputo purista del BJJ.

Assodato che quando un prodotto diventa redditizio a livello mondiale saltano sul carro ogni tipo di buffoni, maldandrini mistificatori e imbecilli della peggior risma - come sta accadendo proprio alle MMA- vorrei andare più a fondo nel discorso sui limiti intrinseci (non di marketing) del Jiu Jitsu ma anche di ogni altra arte funzionale.

E' cosa quotidiana infatti che io e altri aficionados di MMA si commenti l'esito di incontri importanti, in specie quando sono coinvolti i jitsuka di prima fascia. Negli ultimi post ho ampiamente spiegato il perché commerciale (e quindi tecnico) dell'indubitabile e palese crescere dell'importanza dello striking e del Wrestling dentro l'ottagono. Sarei il fazioso bugiardo che non sono se negassi quest'evidenza, e infatti ho scritto circa 1343984848 articoli sull'argomento..

Siccome repetita juvant, RIBADISCO:
le MMA contemporanee sono un fenomeno in continua evoluzione, e la sintesi finale, il combattente agonista pro, è la summa della 4 singole arti magiche PIU' ALTRO!

Ciò a voler specificare senza ombre che nes-su-na modalità è appiccicabile tipo figurina Panini nell'ottagono cotta&mangiata, ma che nell'ottica di un match di MMA le abilità delle 4 arti vanno "frullate" insieme e rivedute alla bisogna, con l'aggiunta delle tecniche precipue al freefight (lotta a parete, stomping etctec). MAI, e dico mai ho potuto nemmeno voler far credere che una modalità possa valere da sola a formare un moderno MMA-fighter, chi lo pensa devo dire che è incapace di leggere. Io che sono l'empirista per eccellenza potrei mai voler intendere che un'arte decontestualizzata funzioni perfettamente, tipo un auto da Rally a Le Mans??? MAI.

Le MMA sono il vertice della catena alimentare, sono il banco di prova definitivo delle affermazioni in campo marziale, chi meglio di me lo ha spiegato? Sono la Formula Uno del Budo, il finale professionale della carriera dei combattenti più dotati, e come la F1 hanno il ruolo di stazione radio ricevente/proiettante da e sui piani bassi della piramide. In pratica nelle MMA top si sperimenta e si applicano innovazioni che ricadranno sulle modalità, ma viceversa sono il test delle migliori trovate dei "modalisti" le quali novità di volta in volta settano nuove mini-ere strategiche nella gabbia; trattasi di un flusso a due direzioni, di un dialogo tra 5 soggetti molto loquaci.

La vera forza delle singole modalità sta nella specializzazione. Come in tutte le scienze è lo specializzarsi che ha prodotto le migliorie, l'approfondirsi continuo, e questo è vero naturalmente anche nel mondo delle 'pizze in faccia'. Senza specializzazione, come ad esempio il puro lottare ovvero la mancanza di colpi del BJJ, l'agonismo modale resterebbe bloccato nella sua espressione amatoriale da tutti i limiti ovvi del non-professionismo, e le MMA stesse asfissierebbero per mancanza di ricambio. La selezione gigantesca tra milioni di praticanti nelle modalità regala il filtro necessario per far evidenziare i talenti al setaccio dello sport specialistico. Ciò detto va quindi affermato - COME FACCIO IO DA ANNI SU QUESTO BLOG- che ogni singola arte funzionale ha dei limiti dovuti proprio al suo momento agonale specifico e che resta un'ovvietà il fatto che scendendo nella gabbia qualunque modalista debba per forza di cose apportare tutta una serie di modifiche anche al suo gioco specializzato, tipo il combattimento al suolo per un campione mondiale di Jiu Jitsu.

Alcuni atteggiamenti del BJJ puro da competizione possono indurre in errore il fighter, così come il dare la schiena della Lotta Olimpica o la guardia "piglia-double leg" del Pugilato etc etc. Una vola cambiato contesto si deve cambiare mentalità e anche adeguarsi alle neonate necessità, spero sia ovvio per tutti. La miglior tuta da Sci delle marca più cara ci farebbe figurare come del tutto idioti a un matrimonio, e l'abitino figo stracarissimo di Armani cerebrolesi a una gara di Sci!!

Il finale è il seguente: le MMA dimostrano i limiti settoriali di qualunque modalità e soprattutto dei loro talebani più infoiati. Non esiste un atleta globale che possa prescindere da ognuna delle 4AM e che contemporaneamente non le debba allenare nella maniera giusta per l'ottagono, ricontestualizzandole cioè. Detto ciò, avendole praticate e insegnate praticamente tutte e 4, ribadisco la mia personale convinzione che il Jiu Jitsu sia la più olistica e indispensabile singola arte, la più adatta a fornire la base per le MMA, che sono cmq uno sport a sé stante e dove alcuni plus del tatami o del ring si rivelano invece ahinoi dei minus. E' però sempre vero che prendendo e mettendo davanti i singoli puristi privi di esperienza in altro, per es. i quattro migliori al mondo delle 4AM, il N.1 del BJJ sarà con tutta probabilità (ma senza certezze assolute..) il Maschio Alpha, atterrando e sottomettendo in fretta il pugile e il thai, e ingolfando col la guardia e alla fine annientando il wrestler, perché il BJJ è nato per disintegrare le altre arti da combattimento e le MMA sono la commercializzazione di questa potenzialità!

Va allo stesso tempo però ribadito con molta forza che le MMA sì sono il vertice intermodale, ma che il vertice di una piramide è molto piccolo! Sono una professione, e adatta solo a un ris-tret-tis-simo numero di esseri umani talenti nati, duri e "cattivi", sono l'acme di un movimento planetario che muove miriadi di sportivi dilettanti. La forza delle MMA sta a sua volta in una supermegaiperspecializzazione: una Formula Uno non la si può far guidare alla Zia Pina o a Zi'Peppe, e nemmeno è adatta per andare a fare la spesa. E' il TOP, ma rimane una cosa particolare, la cui nascita e sviluppo è dovuta ai milioni di Zi'Peppe che comprano la vetturetta e soprattutto acquistano la PPV del Grand Prix.

Concluderò questo mio intervento con una considerazione di ordine metafisico: la Legge del Cosmo è il cambiamento, nulla permane: tutto nasce, cresce e decadendo muore. Per dirla con la Fisica, per il secondo principio della termodinamica o Entropia, il caos in un sistema organizzato aumenta sempre.

Applicando la Legge al BJJ e alla sua parabola nell'universo-mondo con le parole di un mio amico, il professor Marco Giangiluliani aka Der Proffen: "..tutto nasce radicale e finisce commerciale..".


3 commenti:

Giulio Candiloro ha detto...

vatti a leggere il mio blog... cazzo manco a farlo a posta!

un saluto da Salerno...

Mario Puccioni ha detto...

Vado a leggere, ciao Giulio.
Saluti dall'Etruria.

Giulio Candiloro ha detto...

Credo che la commercializzazione non sia sempre una cosa negativa.
Se parliamo di M.M.A (e non dei vale tudo brasiliani dei tempi andati) possiamo parlare di commercializzazione:
positiva se, come giustamente hai fatto notare "sporadicamente" tu, valutata come test definitivo su ciò che è onesto e ciò che è (quasi)disonesto
negativa perchè attira tanta disonestà "necessaria"… i famosi "amatori" che si fanno spillare soldi facendo corsi UNICI di MMA da 1 ora e mezza 2-3 volte a settimana tenuti da "maestri competenti"... per le PPV, per i Never Back Down per gli short di Ortiz, che danno la possibilità di mantenere in vita la F1 delle AM che richiede costi molto alti.

Per il BJJ la vedo diversamente... il fatto di studiare tecniche prettamente agonistiche (come la 50/50), di non lavorare su cervicali e chiavi di tallone è vero che ci allontana dall'obiettivo dello scontro ultimo ma non credo che snaturalizzi a tal punto la disciplina da creare frustrazione o altro... alla fine la commercializzazione ha portato un aumento di praticati, nella maggior parte dei casi seguito da gente preparata.

Io credo che il BJJ sia veramente qualcosa di unico... magari mi sbaglio.