lunedì, novembre 28, 2011



MILANO JIU JITSU CHALLENGE
REPORT


Abbiamo partecipato come Centurion a tutte le principali gare organizzate in Italia. Il primo abbozzo di 'campionato italiano',o torneo con queste ambizioni diciamo, fu quello di Varese organizzato da Fabrizio Manzo, una decina d'anni fa. Il livello era bassino e i partecipanti furono 30 circa.

Al Milano Jiu Jitsu Challenge appena trascorso c'erano 530 iscritti, una marea enorme. Il nostro sport cresce sempre di più, qualità e quantità, e si lascia dietro discipline con un blasone ben consolidato e antico. Il Jiu Jitsu ha appeal, e lo si vede nei fatti. Per non finire strozzati dal nostro stesso successo si deve cambiare passo: servono i palazzetti grandi, 6 tatami e gare su due giornate. Ringraziamenti doverosi vanno al M° Andrea Baggio e alla sua gang, che con la sua ben nota tenacia ha costruito il più vincente torneo della penisola; confido che ci stupirà con migliorie significative come ha sempre fatto.

A livello tecnico -lo dico ma non vorrei fare il sapientino e pulcioso- il torneo delle cinture alte in effetti non mi ha impressionato, mentre in quelle basse si evidenzia una crescita impetuosa della tecnica. 

Di solito facevo una carrellata degli atleti con tanto di soprannome, esaminando le lotte, ma da quando tutti mi hanno copiato, sta cosa m'è venuta a noia. Ho anche smesso di ringraziare i ragazzi e i miei istruttori per lo stesso motivo. Invece di mettere in evidenza lo spirito guerriero e tutte le altre belle cose della nostra prestazione, metterò sotto la lente d'ingrandimento le cose da cambiare.

Se vogliamo tenere il passo delle grandi accademie è INDISPENSABILE allenarsi molto di più, cambiare mentalità e capire che in quelle scuole gli atleti che vincono si allenano come matti. Se quando si vince il maestro riceve i complimenti, è d'obbligo che io mi prenda le critiche per l'opposto risultato. Prometto ai ragazzi che rifletterò sulle mie carenze e mi impegnerò per mettervi riparo, anche se al momento non saprei esattamente come. I 5 bronzi (presi tra bianche, azzurre e anche nelle viola) sono un buon score ma sarei menzognero a dire che mi bastano. Io come coach voglio fare di più. Siccome non sono chissà chi, sto già chiedendo lumi ai maestri che ne sanno più di me, e staremo a vedere. Se non siamo stati più vittoriosi è per un problema di mentalità: si vede che non sono stato capace di veicolare la giusta attitudine, di far capire il valore del sacrificio, e ne chiedo venia.

Chiudo con una nota positiva: dalla prima macchina per Varese alla corriera a nolo con 16 iscritti in gara è un bel salto. Il Jiu Jitsu centuriato resta in marcia.





5 commenti:

Riccardo Casini ha detto...

"Il Jiu Jitsu ha appeal, e lo si vede nei fatti. Per non finire strozzati dal nostro stesso successo si deve cambiare passo: servono i palazzetti grandi, 6 tatami e gare su due giornate."

Quoto questa osservazione. Ti dico inoltre che quest'anno siamo venuti via più tardi rispetto all'edizione precedente, nonostante l'allestimento di quattro tatami invece dei soliti tre.

Saluti.

Stefano Dabizzi ha detto...

Se cambierei qualcosa, inserirei un po più di lavoro dalle varie guardie, non tanto perchè bisogna saltare in guardia e lottare schiena a terra, ma perchè queste guardie vanno conosciute meglio per passarle.

Anonimo ha detto...

Mi spiegate come è possibile conciliare il jujitsu che è di origine giapponese col Brasile?

Alberto Jiujitsu 4ever tvb xxxx ha detto...

sono capitato su questo blog per caso complimenti per la passione che trasuda da queste righe,un jitsuka

Jim ha detto...
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