giovedì, maggio 23, 2013


ARTE MARZIALE, ARTE PER COMBATTERE e
ARTE PER RIFLETTERE


Per chi segue i blog sa che le ripetizioni, qui come altrove, non solo ci sono ma son frequenti. Siccome ripetere aiuta, c'insegnano i Padri Latini, io mi ripeto. Inoltre l'argomento è circoscritto e vuoi che non vuoi si ricasca sulle medesime cosucce. In fondo però sono quesiti senza tempo, non passeranno mai di moda e magari parecchi lettori non hanno dettagliata memoria degli archivi.

Ho spiegato chiaramente quali siano le sole arti veramente marziali, stemma che invece aubusivamente è purtroppo indossato anche da parecchie ciofeche fintomarzialoidi, siano esse i rottami arimanhici invertiti d'ispirazione vintage oppure quelli ipermoderni in mimetica&anfibi: le UNICHE arti davvero marziali sono quelle dove si combatte (sparring regolare contro avversari non collaborativi ed esperti, unito ad agonismo a contatto pieno).

Tenetelo bene a mente: lo slogan di Merdonald's per vendere i suoi paninazzi ossia cacheronzoli OGM è "Il posto della freschezza", l'esatto opposto della realtà. Allo stesso identico modo il mercato della "difesa personale" è alluvionato da furbi che sanno benissimo con chi hanno a che fare, a livello di clientela: persone paurose e insicure. Il marketing di codesta gentaglia è tarato sulle deficienze del possibile pubblico, e gli offre l'equivalente marzial-oide dello Slimfast.

Ribadiamolo:

E' FALSO che si possa studiare la 'difesa personale' autonomamente dal confronto a contatto pieno.

E' FALSO che in un confronto reale la preparazione fisica sia un dato marginale.

E' FALSO che chi non ha mai combattuto nemmeno in palestra possa insegnare ad altri a farlo per divina ispirazione, perché "addestrato come nei corpi speciali" oppure come in un monastero asiatico del 1500 a.c.

E' FALSO che si possa sconfiggere un avversario serio e preparato con i soli trucchetti 'occhi-palle-giugulare'.

Tutte le leggende che circolano sul combattimento   "mortale" sono naturalmente cibo per soli borghesi impauriti, che i ragazzini cresciuti in strada nelle favelas del pianeta sanno benissimo discernere, e conoscono la differenza tra sogni e realtà. Sanno per esempio che non assolutamente vero un cavolo il mitologico "il combattimento reale dura al massimo 20 secondi", oppure l'ancor più fanciullesco "non si PUO' andare al suolo in una rissa". 

Si studia e si allena il Jiu Jitsu o un'altra arte funzionale per stare bene, divertirsi e migliorare se stessi, l'ossessione della 'difesa personale' non ci appartiene. 
Sappiamo chi siamo e anche quali sono le nostre limitazioni, abbiamo dalla nostra parte una ricerca interiore che si rinnovella a ogni lotta. 
Come uomini abbiamo lasciato alle spalle le illusioni e le rodomontate dell'adolescenza, riconosciamo quanto sia duro e indesiderabile picchiare un altro essere umano, anche quando costui se lo meriti in pieno. Non porgiamo l'altra guancia però, e siamo pronti ad utilizzare le nostre risorse per difendere un nostro diritto. 
Abbiamo preso tante di quelle botte sul tatami da aver smaterializzato in noi ogni più piccolo delirio di onnipotenza e imbattibilità, che esistono solo nelle favole per bimbi.

La tragica verità è che è più facile abbattere 10 campioni dell'UFC piuttosto che rimuovere il condizionamento psicologico imposto all'adepto del 'combattimento mortale'.

Questo che segue è il video di una rissa senza regole, una tra le tante. Sono senza dubbio due esperti di qualche lotta, e sono russi.





Qui di presso invece un famoso vale tudo, una sfida senza regole di Royce Gracie.





Ci vedete una enorme differenza voi? Nulla accomuna queste persone, sono di continenti e culture marziali completamente alieni. Eppure..eppure la logica vince sul marketing aggressivo, almeno nelle risse. Il corpo umano è quello, le leggi della fisica sono quelle e quindi si scopre ci sono delle "regole" là dove 'non ci sono regole'.






La difesa personale in quanto per l'appunto 'personale' non si può imparare in palestra e basta, è un qualcosa che tra le mura del dojo non si riesce a riprodurre perfettamente, si sa. In sala è possibile - e si deve- imparare a combattere, e cioè a misurarsi in primis con noi stessi. Allorchè si avrà sviluppato la base forte (striking, grappling o mix) è su quella che EVENTUALMENTE membri delle forze dell'ordine o militari etc. costruiranno un sistema rigido in base alle loro regole d'ingaggio, NON il comune cittadino che fa una vita tranquilla.

Le chiacchiere stanno a zero, i maestroni-minestroni fanno sempre una brutta fine se s'azzardano a misurarsi, alla faccia del tocco della morte, delle energie spirituali e di tutto il baraccone della propaganda commerciale.

Nella vita si vince e si perde, ma solo i bimbetti (o i truffatori) credono che esista la tecnica magica la quale donerà - a costo adeguato- la scorciatoia che non passa per nasi pesti e orecchie a cavolfiore e che regala l'assurda invincibilità per procura: sono forte perché quello che m'ha insegnato ha appreso da un che a sua volta ha imparato dal nipote di Lao Tze o da un generale in pensione delle forze speciali!






Potrei andare avanti con centinaia di video, tutti diversi ma alla fine tutti uguali, almeno nel messaggio.




Ognuno ha il diritto di perdere, è educativo e fa crescere la persona, e non stiamo facendo questione di stile XY o stile ZK. Il punto è che, come ho detto 100.000 volte, le arti fossili o tradizionaloidi fanno male alla gente, ne rovinano spesso la personalità e il potenziale sviluppo come esseri umani, trasformandoli in settari imbecilli, persone asservite a  forme-pensiero che ne hanno annullato la capacità di cambiare idea e di di mettersi in gioco, e in fondo al tunnel c'è in agguato la solita figura di guano.




Sapete che non tengo questo blog allo scopo di esaltare me stesso e che siccome non combatto di MMA rifiuto di accostarmi ai veri fighters professionisti . Io lotto, e uso il Jiu Jitsu come un pittore usa il pennello, per creare qualcosa, innanzitutto una trasformazione positiva in me stesso e poi in chi mi segue. Allo stesso modo scrivo qui, per riportare le persone a sani valori e sane abitudini: forza, salute, socialità e fiducia in se stessi.

Che ognuno pratichi quel che più gli garba, che sia giardinaggio o gioco della dama, e che se ne giovi, è verissimo che in ogni seria arte si trovano grandi profondità del pensiero e strumenti validi per la crescita umana, oppure anche per il solo intrattenimento, c'è libertà. Si ricordi però di non giudicare il valore della disciplina dal marketing ad essa eventualmente associato, ma di andare a verificare se essa possieda o meno un qualche senso pratico ai fini che ci si è proposti. Nel campo delle arti marziali è difficile discernere per i neofiti, quindi occhio alla sòla.

P.S.
volete sapere che ne è stato di Obasi, il nero del uinciù che strilla come un folle nel video sopra? Ebbene, alla fine è riuscito a inventarsi una specie di match di MMA con un ragazzo molto sovrappeso. Godetevelo, è educativo analizzare COSA fa e COME lo fa contro l'adiposo. Certamente mostrerà tutto il repertorio del uinciù di cui tanto si vanta: pugni a catena, antigrappling, punti vitali. O no..? Surprise!

http://www.youtube.com/watch?v=OzEn6FAb4ng

venerdì, maggio 03, 2013


RICKSON, UNA VITA PER IL JIU JITSU

Il più carismatico e riverito personaggio della storia del Jiu Jitsu, escludendo i fondatori Carlos ed Helio, è senza dubbio il figlio di quest'ultimo, Rickson.

Non c'è personaggio di questo ambiente anche molto famoso che al suo nome non abbassi la voce, è considerato il Re. Chi ha avuto la fortuna di allenarsi con lui parla di un asceta dell'arte suave, dalla pressione impressionante e dalla concretezza lottatoria senza paragoni. Io che questa buona sorte rara non l'ho avuta mi limito a passarvi un documentarietto su di lui.

Da questo vecchio video s'intende che Rickson ha trasmutato se stesso in un avatar del Gracie Jiu Jitsu, ha fatto di se stesso un messaggero della antica disciplina samurai (ma in salsa carioca) nei tempi moderni. Incarna il jitsuka-apha, il personaggio del guerriero all'apparenza senza paura e senza difetti, una sorta di Arjuna della California meridionale. Un mito vivente, insomma.

Io lo confesso: pagherei l'oro che non ho per farmi un lungo corso con lui, il Maestro dei maestri. Per il momento accontentiamoci del filmino, va'.