mercoledì, marzo 26, 2014

LA DIDATTICA IN 5 FASI DEL JIU JITSU




La didattica in 5 fasi del Jiu Jitsu: ecco perché quest'arte funziona

Da molti anni analizzo in lungo&largo il Jiu Jitsu stile brasiliano, e l'ho usato come metro di paragone del fenomeno marziale in generale. Ho ricostruito la storia della diffusione dell'arte suave e spiegato nei dettagli le sue caratteristiche positive uniche ma anche le sue storture e limiti.

Chi segue il blog sa ormai a memoria perché:

- in palestra non si può imparare la 'difesa personale'  bensì a combattere

- nessuna arte o stile ha valore per imparare a combattere senza il confronto reale (sparring e gare)

- l'importanza cruciale della preparazione fisica specializzata: inutile saper fare senza riuscire a farlo

Come si fa normalmente nella ricerca, anche io periodicamente rielaboro le mie posizioni ideologiche cercando di migliorarle e, se serve, abbandonarle completamente per una nuova formulazione. Non è infatti mia intenzione tenere questo blog al fine di dimostrare che io ho sempre ragione anche quando ho torto, cioè la tipica forma di manipolazione mentale degli aspiranti guru di ogni sorta. Non vendo nulla, scrivo solo per amore della verità e son pronto a smentirmi con piacere.

il Jiu Jitsu è efficacissimo, non devo sostenerlo io, è un fatto conosciuto e acclarato. Anche le altre modalità che compongono il bouquet delle MMA lo sono, ne sono consapevole io e ne siete edotti anche voi.  Perché quest' arte funziona? 
Qual'è la costante? Sono soltanto le tecniche solide?
No. Combattere non è una questione di movimenti. Tecniche tra loro simili poi producono risultati molto differenti. Certo, senza nessuna tecnica per quanto rozza è impossibile combattere bene, epperò il bandolo sta altrove.

Cosa rende le modalità funzionali per combattere e quindi integrabili tra di loro? Non è la specializzazione sic et simpliciter, altrimenti si potrebbero mischiare Krav Maga Aikido e Pilates, tanto per smazzare a casaccio.

Sono qui a rielaborare la mia teoria di fondo, signori. Sostengo che sono funzionali e misturabili soltanto delle arti che abbiano il medesimo processo didattico. Il Jiu Jitsu e le altre modalità, le cd. 4 arti magiche, sono perfettamente integrabili tra di loro non tanto per la specializzazione di ognuna -che a qualcuno magari le MMA potrebbero benissimo non interessare- quanto perché, essendo nate con finalità similari, condividono lo stesso DNA didattico, la forma mentis è quella insomma.
Corollario: nessuna arte o stile che non possieda questo modo di imparare a combattere può funzionare al di là della pura buona fortuna del momento, essendo gravemente manchevole  e amputata nella struttura dell'apprendimento.

Qual'è questa scaletta che contraddistingue il Jiu Jitsu? Cosa lo rende così efficace in maniera sistematica? Nella nostra arte (e consimili) esiste un processo in 5 fasi di installazione delle abilità marziali che porta un profano a sapersi difendere con successo.

1) IMPARARE. Si ascolta e si osserva il docente.
2) RIPETERE. A coppie si ripassa quanto impartito dal coach, senza resistenza di sorta da parte del compagno, e per il tempo necessario affinché si crei memoria muscolare.
3) PROVARE. E' sempre un esercizio a coppie, il randori. Si lotta ma rilassati e concentrati sulla tecnica da assimilare: NON si combatte con il nostro partner d'allenamento. La più malintesa delle tappe.
4) TESTARE. Dal progetto allo stress trial; si va in campionato a vedere come si reagisce sotto pressione, cosa in effetti sappiamo fare e quali modifiche apportare alla nostra preparazione. E' quanto di più emozionante e quindi probante si possa ottenere in ambito controllato.
5) VERIFICARE. Sperando che non ci serva mai nella vita, è il momento della vera rissa o confronto stradaiolo. Solo questo è vero combattimento.

Appare lampante agli occhi di tutti che nessun metodo il quale si fermi alle prime 2 tappe possa risultare utile, e che altrettanto inutile è volare al quinto step senza essere passati per le necessarie fermate precedenti. Certo, è indispensabile che a priori le tecniche impartite abbiano un senso dal punto di vista dell'anatomia, della fisiologia e delle leggi della Fisica, altrimenti anche la Pallacanestro rientrerebbe nei primi 4 punti hahahaha! 

Scherzi a parte, anche un simil-BJJ ma fatto (insegnato) male e cioè senza la precisa applicazione del processo didattico in 5 fasi diventa pletorico e forse inefficace ai fini del combattere. Una semplice e razionale, spassionata analisi ci porta a ritenere questa tipologia didattica pentalobata il vero segreto del successo del Jiu Jitsu nei fatti, oltre le geniali interpretazioni teoriche dello scontro disarmato come Teoria delle Fasi, Gerarchia di Posizionamento etc etc, le quali senza un metodo altamente valido per installarle nel praticante  resterebbero poi lettera muta.
5 sono le fasi, così come tra l'altro cinque sono anche le aree tecniche del Jiu Jitsu, si ricorda facile: 
IMPARARE, RIPETERE, PROVARE, TESTARE, VERIFICARE. E vai col liscio.