lunedì, dicembre 01, 2014

INTEGRARE O NON INTEGRARE IL JIU JITSU?




"Ciao Mario,


seguo da tempo il tuo blog e mi piace tantissimo e condivido gran parte delle cose che dici .Soprattutto quando parli di efficacia, naturalità, psicologia e anche limiti. Ho praticato arti percussorie da quando ero piccolo, inutile raccontarti la mia storia, sta difatti che amo il Jiu Jitsu e lo scelgo sopra tutti gli stili e lo pratico tutti i santi giorni per la sua efficacia. 

Volevo avere una tua opinione al riguardo: a me interessa molto la psicologia e sopratutto ciò che riguarda la paura. Leggendo vari libri ho scoperto che una persona in una situazione di pericolo, per un questione di impulsi nervosi, ormoni, ossigenazione etc che non sto a spiegare, fa solo quello che è abituato a fare in una determinata situazione. Ovvero se mi alleno tutti i santi giorni a fare un determinata cosa come risposta ad una determinata situazione quando si presenta quella situazione e sarò spaventato, il mio corpo per via della paura mi farà agire senza pensare e automaticamente nel modo esatto che ho allenato. I libri spiegano però come l'automatismo da creare deve essere quello esatto altrimenti in una situazione di paura non penserò e automaticamente farò la cosa sbagliata e rischierò la vita. Lo stesso vale quando alla stessa situazione alleno più di una opzione, in una situazione di paura il cervello ci metterà più tempo a capire quale automatismo scegliere e cosi rischierò la vita. Cosa c'entra questo col realismo marziale? 

In un tuo recente articolo scrivesti dei limiti del Jiu Jitsu e tra questi c'era la mancata conoscenza dello striking.. Non condivido questo punto in quanto non penso sia un limite. Mi spiego meglio: il Jiu Jitsu insegna che contro un omone più grosso e incavolato scambiare è fallimentare, e conviene chiudere la distanza nello stesso timing dell'aggressione. Quindi sarà questo l'automatismo da creare, chiudere la distanza. Ma se alleno anche lo striking ... beh, gli automatismi saranno due e uno di questi è fallimentare. In una situazione di paura il cervello non pensa e potrà fare la cosa sbagliata, quindi perché pensare al BJJ senza percussione è un limite???

Vengo da 12 anni di pugilato agonistico e l'istinto di scambiare con avversari più grossi pesanti e alti era per me tanto naturale quanto fallimentare. Ora pratico Jiu Jitsu brasiliano da 3 anni e oltre alla difesa personale la mia vita è migliorata in molti suoi aspetti, però credimi quanto è stato difficile imparare a chiudere la distanza sui colpi anziché scambiare. Ora mi alleno nel Jiu Jitsu tutti i giorni e l'automatismo è cambiato. Chiudere la distanza è diventato naturale più di chiudere gli occhi guardando il sole, ma per farlo ho dovuto totalmente evitare di allenarmi a scambiare per un bel po' di tempo e non solo per imparare a chiudere la distanza, ma perché effettivamente quando combattevo di kick con gente più grossa e forte e anche meno preparata di me ci andavo a rimettere. Il succo è per me creare l'automatismo giusto. Integrare più arti non può essere esso stesso un limite se non addirittura nocivo?! 

Grazie mille anticipate e scusa se mi sono dilungato.
Mirko"


Caro Mirko,
ti ringrazio per la passione e attenzione con cui segui questo blog. Andrò a risponderti al meglio che posso.

Iniziamo col dire che io MAI ho asserito essere necessario integrare il Jiu Jitsu stile brasiliano con una disciplina di striking, pena la sua inefficacia!

Hai capito bene? Spero di essere stato chiaro su questo.

Rileggi: ho scritto qualche dozzina di articoli su come mai il BJJ funziona così bene, portando tonnellate di dati storici al riguardo, nella sua formulazione classica (nessun crosstraining). Questo punto è stato provato infinite volte, dai Gracie in giù, e spero che nel 2014 sia oramai fatto acclarato che il Jiu Jitsu è un'arte marziale nata&evolutasi per la difesa personale, e che è ultra-efficiente nel combattimento reale così com'è. Stop.

Evidenziare un limite non significa denigrare. Come ho ampiamente esplicato in passato, chi non ha limiti non ha confini, è informe e privo quindi di valore. Il limite ci evidenzia il traguardo, è la vetta del monte, e su una cima ci si può arrivare in una molteplicità di maniere, i sentieri possono essere diversi. Io poi credo profondamente nel BJJ, ho smesso di praticare attivamente Muay Thai e Boxe per esso, una ragione ci sarà bene, no? 

La strategia del BJJ in combattimento è 'proietta-passa-finalizza', e ti renderai conto che per proiettare si debba PRIMA chiudere la distanza, cosa che si rivela abbastanza ardua se il jitsuka non ha MAI preso un pugno in faccia, magari esita, e nel titubare si trasforma in un istante in un saccone per le manine da fabbro del proverbiale camionista di 120kg che lo mena. Ai tempi dei nostri nonni e dei vecchi Gracie non c'era ragazzino che non facesse a scoppi quasi regolarmente nei cortili e a scuola, ma oggidi' le cose son diverse e quel praticantato informale è assente. Credimi quando come professionista del settore ti dico che la maggior parte degli adulti alla prima labbrata si paralizza. Alla pari di molti professores di Jiu Jitsu ritengo cosa saggia e avveduta che una cintura bianca si abitui a ricevere un pugno in faccia, e che quindi si alleni nel condizionamento ai colpi: scherma-base e giù di entrate sul partner coi guantoni che mena duro.
In summa: per utilizzare il proprio Jiu Jitsu in situazioni reali è (quasi) indispensabile saper gestire un avversario che picchia, ma NON diventare un esperto di Boxe o Muay Thai.



Non accenno nemmeno all'aspetto di migliorare la lotta in piedi con un'integrazione di Lotta Olimpica stile libero, dando per scontato che ti sia lampante quanto ciò possa aiutarti nel chiudere la distanza, e in subordine anche di Judo (però senza assorbire a capocchia gli atteggiamenti sportivi di questi sistemi una volta al suolo).



Ho scritto parecchi articoli per esaminare COME una eventuale integrazione di arte percussiva vada applicata al lottatore di BJJ. Mettersi a fare robe a casaccio, amico Mirko, va a detrimento del praticante ed è per questo che ci vuole un coach navigato al fianco. Resta il fatto che innumerevoli esperti di arte suave sono passati alle MMA con massimo profitto, e il loro livello tecnico non ne ha risentito, sempre che abbiano mantenuto un meticoloso allenamento specifico (anche col gi).

"Il succo è per me creare l'automatismo giusto." Sante parole le tue, Mirko, non potrei essere più d'accordo! Siccome nella rissa vera la gente picchia, l'automatismo giusto -un'entrata molto aggressiva ma anche una guardia efficace e una fuga sotto i colpi- richiede necessariamente di non chiudere gli occhi e /o restare inani subendo l'iniziativa a valanga dell'altro. Ergo ci si deve allenare allo scopo, e quindi si richiede di avere una forma di condizionamento ai colpi. Aggiungi che non ci si difende da ciò che non si conosce minimamente e avrai la tua risposta: un vero jitsuka, uno specialista, DEVE essersi condizionato ai colpi. Non solo si può ma si DEVE farlo, posto che si sappia COME fare ciò.

http://www.realfighting.com/content.php?id=114

In un'accademia come la mia, la Fight Club di Firenze, offriamo corsi di BJJ adatti a tutti i palati. C'è chi vuole allenarsi, sudare un bel po' ma considera solo molto remota la possibilità di picchiarsi per strada, e credimi sono la maggioranza dei praticanti. Per chi invece sia più serio nell'approfondire la 'difesa personale' nel mio club offriamo corsi di arti percussive, impartiti da professionisti e frequentati da atleti agonisti. Ti sarà chiaro, amico lettore, che far mettere i guantoni a un jitsuka incapace di piazzare un destro oppure sviluppare occhio-riflessi su un abile striker NON sia la stessa cosa, è meglio che nulla ma non è il meglio!

In summa: se non si ha altro a disposizione, il condizionamento ai colpi lo si fa coi compagni di Jiu Jitsu, ma questa, più spesso che non, è una soluzione approssimativa rispetto a una tutela specifica di un coach esperto e con compagni valevoli.

Mirko, occhio che integrare NON vuol dire fare un minestrone scipito come va di moda oggi. PRIMA devi avere una solida base nella nostra arte suave, POI si potrà aggiungere quel che al piatto forte manca, altrimenti non si chiamerebbe integrazione bensì commistione, ibridazione forzata o similari.



Il condizionamento ai colpi in piedi e anche al suolo (cosiddetto ground 'n' pound) è parte integrante dell'addestramento di un jitsuka, una porzione importante dell'addestramento che chi -per scelta personale sua o per negligenza del suo istruttore trascuri- rende molto manchevole l'eventuale applicazione reale. Rimarco che è provato da migliaia di vale tudo e comuni risse che NON è necessario o auspicabile diventare un pugile agonista per applicare il Jiu Jitsu, anzi. Investire una gran parte del tempo disponibile per allenarsi un po' a casaccio nelle arti di striking, senza una guida e una bussola, può certamente rallentare i miglioramenti nel BJJ, mi par ovvio. 

Vuoi praticare solo BJJ, ti trovi bene in questo modo? Vai così, Mirko

Potresti migliorare l'efficacia stradaiola del tuo Jiu Jitsu tramite allenamenti integrativi mirati, eseguiti con metodo sotto una supervisione di un coach esperto? Senza dubbio sì. Non è obbligatorio, non è indispensabile, ma la risposta è sì.