domenica, agosto 30, 2015

INSEGNARE JIU JITSU AL GIORNO D'OGGI



Emerge oggi da ogni fonte che il pubblico potenziale del Jiu Jitsu sia rapidamente trasformatosi, in particolare si è creato un canyon tra MMA e arte suave, laddove gli aspiranti cage fighters non sono più interscambiabili con i jitsuka quasi a nessun livello. Allo stesso modo la richiesta di tecnica per la difesa personale - sempre e comunque la primaria spinta a iscriversi in un'accademia- viene progressivamente obnubilata dalla ricerca spasmodica che le persone hanno di trovare una valvola di sfogo allo stress esistenziale. In pratica iniziano con una confusa e incompresa voglia di "imparare a difendersi" ma in breve tempo i neofiti sentono ben più impellente la necessità di una pratica che li faccia rilassare, sudare e scaricare quella tensione nervosa intollerabile che li attanaglia.

Attenzione maestri e tenutari di accademie: trattasi di un cambiamento sociale nel panorama antropologico di non piccola entità, e la maggior parte dei corsi/scuole NON è in grado di comprenderlo e quindi di trarne profitto.

Uomini e donne, perlopiù non giovanissimi, sono sulle tracce di qualcosa che non sanno descrivere (né forse capire) ma che quando lo trovano riescono subito a percepire e a convalidare con abbonamenti copiosi. L'epoca dei pionieri ispirati dagli exploit di Royce Gracie all'UFC è terminata. In pratica, se vogliamo cogliere quest'onda di cercatori dell' antistress e legarli alla sana pratica del Jiu Jitsu è indispensabile una riflessione e rimodulazione dell'offerta commerciale. Negli USA questa ristrutturazione del prodotto-BJJ è già avanzata, con la sua suddivisione in differenti nicchie rivolte a target diversi.

Sento il mormorio montare, però sia chiaro un concetto: il cambiamento non si può impedire, lo si può soltanto anticipare e utilizzare oppure subire supinamente. Fatto sta che la società è cambiata, il mercato è cambiato, e il BJJ da novità assoluta -rivolta quindi essenzialmente a un microscopico manipolo di duri&puri- è inevitabilmente mutato sottopelle, assumendo una nuova identità. Bisogna saper stare accorti e cogliere cosa di benefico può accordarci un cambiamento inevitabile che, se avversato, ci travolgerà inesorabile. Altrimenti l'insegnante/scuola/arte affonderà risultando un BETAMAX.

Ai tempi in cui esplose la diffusione  delle videocassette, il mercato si polarizzò intorno agli standard che alcune grandi case cercavano di imporre. La Sony, leader nel settore, aveva sviluppato una tecnologia che a tutti gli effetti era migliore del VHS ideato dalla JVC. Forte di questa superiorità qualitativa, la grande casa giapponese andò avanti arrogante per la sua strada, ignorando i segnali che arrivavano dai negozi. "Il nostro BETAMAX è 10000 volte meglio" sembravano pensare alla Sony "quindi alla fine la gente capirà PER FORZA". Purtroppo per forza non si fa nemmen l'aceto, diceva mia nonna buonanima, e com'è successo miliardi di volte nella storia, il prodotto inferiore finì per soppiantare quello superiore per colpa della cecità e dello snobismo.

A mio modo di vedere non si può ignorare il successo di chi riesce ad avvicinare e a mantenere in palestra tantissima gente, insegnanti occhiuti che sono in grado di dare sostanza a un desiderio 'de panza'. Non fare questo ci porta a un bivio: o si riesce a imporsi come scuola di élite per soli campioncini, del tutto rivolta all'agonismo puro stile ATOS, oppure si rischia l'implosione. La tecnica non ha bisogno di remise en forme, upa e uscita d'anca vanno benissimo così, la mentalità e la gestione delle classi invece sì.

Come ho sottolineato molte volte anche io su questo blog, è relativamente facile insegnare ai campioni senza dover tener conto dei numeri! Fossimo stipendiati soltanto per far vincere agonisti semipro o professionisti tipo i coach delle squadre olimpioniche, allora sarebbe normale ed efficace imporre ritmi elevatissimi e tecnica a 24 carati  stile Tana delle Tigri, ma la realtà è che il nostro futuro è legato alla capacità che abbiamo di far entrare e rimanere in accademia il sig. Rossi e la sig.ra Bianchi.

La società occidentale contemporanea ci porta al desk della palestra persone adulte in confusione, sfiancate da ritmi lavorativi infernali e alla ricerca di un PORTO SICURO: di un ambiente pulito e positivo, in cui fare amicizia, sudare e alleggerirsi di quella zavorra tremenda che si portano addosso. Vogliono certamente imparare a difendersi, ma poi rimarranno in accademia solo se il contesto sarà adatto a loro. L'epoca dei dopolavoristi guerrieri in kimono è terminata, ci sono persone che hanno bisogno come dell'aria di maestri energici ma sorridenti, compagni di materassina forti ma educati e comprensivi, curriculum formativo ma non troppo stringente e oneroso. Sono borghesi insicuri e fuori forma, E' IMPOSSIBILE pensare di allenarli come Buchecha o Jacarè.

Siccome conosco molto bene le capacità benefiche che il Jiu Jitsu può donare, la sua inerente abilità di reindirizzare la gente verso stili di vita positivi, e infondere fiducia in sé, considero imperativo per me in qualità di insegnante e reggitore di accademia, sforzarmi di comprendere le tendenze della nostra compagine sociale e inserirmi all'interno dei suoi sommovimenti ed evoluzione. So per certo che se non studieremo il problema e non correggeremo il nostro linguaggio, rischieremo di vanificare i nostri sforzi e di gettare alle ortiche questa meravigliosa arte, rendendola opaca e incompresa ai nuovi adepti potenziali, soffocandola piano piano e distruggendone un altrimenti brillantissimo futuro.

Il Jiu Jitsu può dare tanto a tutti, ma è dovere di chi lo trasmette renderlo palatabile. Altrimenti il domani sarà incerto, rischiando anche noi di diventare un BETAMAX, il gioiello dimenticato.

mercoledì, febbraio 11, 2015

MMA, CUI PRODEST? LA PAROLA A RE GEORGE


Sono parecchi anni che dico le stesse cose su questo blog. Ripetitivo a palla, avete ragione. Resta il fatto che mi tocca ribadire i concetti perché ogni 3X2 sorte fuori un espertone che lui sì è aggiornato, lui sì che può spiegare la 'sonora' differenza tra, mettiamo, la Boxe e il pugliato usato nelle MMA..

Siccome gli espertoni boriosi non li zittisce un Marius Puccioni qualsiasi, coi suoi 25 anni di ricerca marziale alle spalle e fondatore di uno dei team di BJJ più longevi d'Italia nonché autore del settore, allora passo la parola a un esimio non-espertone, cioè uno che le cose le sa davvero e non ciancia e basta, un vero mostro sacro: l'insuperabile Georges St-Pierre.

"Mi alleno sempre con gente migliore (più specializzata) di me, migliori wrestlers, migliori jitsuka e migliori pugili. Quando lotto con un campione di Libera non lo batto ma quando poi mi trovo nell'ottagono a usare i takedown il tizio con cui sto combattendo non è minimamente al livello del campione di prima. Lo stesso avviene col Pugilato, la Muay Thai e il Jiu Jitsu, ecco perché faccio di tutto per allenarmi con degli specialisti tra i migliori che ci siano".

"Mi alleno sempre 2Xgiorno per 6gg/settimana. Mi alleno con atleti olimpici di Boxe e Wrestling, e insieme ad alcuni dei migliori jitsuka al mondo. Ogni singola componente dell'allenamento cerco di eseguirla con atleti migliori di me così da implementare i miei skill."

"Soltanto quando il match si avvicina, tipo 1 mese prima, smetto di praticare le 4 arti separatamente e mi alleno più specificatamente di MMA, e ciò significa far convergere qui in palestra i vari sparring partners e mixare tutto assieme, kickboxing, sottomissioni e atterramenti per acquisire il giusto settaggio per l'incontro."

"Io pratico Jiu Jitsu, Boxe, Wrestling e Muai Thay, queste le quattro discipline che alleno. Eseguo anche allenamenti per la forza, ginnastica olimpica e sprint"

"Se vuoi diventare un fighter di MMA prima devi avere una base forte in qualche disciplina"

C'è da aggiungere altro? Non direi, è tutto nero su bianco.

Volete sapere quanto godo quando un Dio dello sport ribadisce tutto quello che io sostengo da anni? Tanto!

Nella nostra accademia fiorentina, la Fight Club di via C. Monteverdi 43, io e i miei soci offriamo un luogo dove praticare in maniera esattamente uguale alla concezione espressa da "Rush": gabbia, tatami e ring per i corsi delle 4 Arti Magiche più la classe di MMA per unificarle, e anche preparazione fisica funzionale (sia GPP stile Crossfit e SPP per chi ha il match in calendario). Tutte le classi sono impartite da specialisti, gente con una ventina d'anni sulla groppa di insegnamento dico, e i nostri abbonamenti sono esclusivamente full optional, così da incoraggiare in ogni modo alla multi-disciplinarietà.

Credo che nel nostro piccolo piaceremmo anche a Re George.